Il futuro è già qui
La città dell'oro
Il cambio passoposto nellacultura comemotore trainantefa rinascere la città
Dall’incontro di due uomini lungimiranti e illuminati, Leopoldo Gori e Carlo Zucchi, il 15 marzo 1926 in un piccolo laboratorio in via di Seteria muoveva i suoi primi passi la “Gori e Zucchi”. La lavorazione dell’oro si affacciava ad Arezzo, e ne avrebbe definito lo sviluppo industriale degli anni a venire. Prima azienda a depositare nel 1935 il proprio marchio nel registro dell’allora Camera di Commercio, la “Gori e Zucchi” diventava così UnoAerre, oggi ancora una delle realtà produttive più rappresentative di un distretto che, con le sue oltre 1200 aziende e 7.900 addetti, è il primo del settore in Italia seguito da Valenza Po e Vicenza.Un unicum produttivo di qualità con una forte vocazione all’export che, pur condizionato dall’andamento dei mercati, ha chiuso il 2018 mantenendo le proprie posizioni rispetto alle flessioni registrate dagli altri distretti, con un valore di circa 2 miliardi di euro.
25 mila i visitatoridel Museo dell’orotra il 2017 e il 2019
La Fondazione Guido d’Arezzo
Alla fine del 2017 il Comune ha stabilito di investire la Fondazione Guido d’Arezzo del prestigioso ed imponente incarico di gestire e valorizzare l’intero progetto culturale e artistico della Città di Arezzo, ridisegnandone il perimetro sociale e dotandola degli strumenti tecnici e patrimoniali necessari. Configurata come una fondazione di partecipazione, favorisce l’aggregazione di soci partecipanti e sostenitori, pubblici e privati, che contribuiscono alla vita della stessa, sostenendone e condividendone le finalità istituzionali. Il comune di Arezzo con atto deliberativo del consiglio comunale n. 21/2018 ha approvato la modifica statutaria della esistente Fondazione Guido d’Arezzo al fine di conferire alla stessa tutte le funzioni che venivano svolte, fino alla data del definitivo riconoscimento dell’organo di controllo della Regione Toscana, ovvero fino al 4 Giugno 2018, dal competente ufficio Comunale. La Fondazione è dotata di un Consiglio di Amministrazione, il Presidente, le Assemblee dei Soci (Partecipanti e Sostenitori) ed il Revisore dei conti. Le attività gestionali e operative sono suddivise in aree di competenze specifiche quali l’Area Museale, l’Area Teatrale, l’Area Musicale, e l’Area della Moda e del Design.La Fondazione Guido di Arezzo è stata trasformata per divenire uno strumento flessibile, utile per gestire e promuovere un sistema culturale ricco, articolato, complesso ed economicamente sano; agisce in totale autonomia amministrativa e gestionale – facente capo al Consiglio di Amministrazione – che consente agilità operativa, programmazione, una forte e trasparente motivazione imprenditoriale, un assetto aziendale efficiente e razionale, la capacità di aggregare e reperire risorse. La Missione è quella di generare un sistema capace di rendere produttive le risorse, anche solo ottimizzando la loro conoscenza, all’interno del mercato della fruibilità dell’arte e della storia sociale che discende dai patrimoni culturali presenti in ogni città italiana, di cui Arezzo è testimonianza concreta. Ha operato in questi anni nel definire il palinsesto di “Arezzo città della cultura” organizzando e promuovendo la stagione delle Arti figurative e visuali, del Teatro di prosa, della stagione della Musica mentre la stagione per le Arti Letterarie e l’educazione alla lettura è in capo alla Biblioteca, parte residuale di gestione diretta dell’Assessorato competente assieme alla Giostra del Saracino. Uno dei prossimi obiettivi che la Fondazione si è posta nel voler formare un contenitore culturale di ambito europeo è l’organizzazione di una pluralità di eventi inseriti in un solo calendario, articolato su diverse stagioni dell’anno, che valorizzino le eccellenze dell’arte facendole conoscere alla cittadinanza, ma soprattutto siano capaci di essere attrattori di risorse comunitarie. Solo nel 2019 la Fondazione Guido D’Arezzo, che ha rivoluzionato un sistema intero nell’ottica di una produzione culturale condivisa, di ampio respiro, elemento identitario in grado di produrre valore economico e sociale ha prodotto risultati notevoli che hanno modificato la cultura aretina: dalla musica, segno distintivo di Arezzo, che dopo il Polifonico conosce l’altra grande sfida del RARO Festival, alla prosa, con l’ennesima stagione teatrale di prestigio, alle mostre come avvenuto con l’ennesimo artista di livello mondiale entrato a far parte con il 2019 della splendida ‘collezione’ della Fortezza dopo Theimer, Riva e Aceves: Mimmo Paladino. La sua esposizione ha raggiunto i 120.000 euro di incasso. Visiona il bilancio di fine mandato della Città di Arezzo per una panoramica completa.